Anche se la crisi dell’Unione Europea (UE) non è più al centro dell’attenzione, essa non è affatto risolta. Senza un risanamento dei bilanci e un miglioramento di competitività, un ritorno a un ritmo di crescita durevole è poco probabile. Su invito di Businesseurope, Avenir Suisse si è affiancato ad altri Think-Tanks con sede in Germania, Polonia e Turchia per cercare percorsi praticabili di riforme. Le proposte saranno discusse durante un dibattito sul mezzogiorno con il Professor Günter Verheugen, ex membro e vicepresidente della Commissione Europea.
«Più sussidiarietà, meno falsa solidarietà: un appello alla necessità di riforme nell’Unione Europea». Come indica il titolo, il nuovo studio di Avenir Suisse si occupa dell’attuale situazione economica dell’Unione Europea e del suo sviluppo futuro. La pubblicazione è il risultato di un progetto di «Businesseurope», l’associazione mantello dei datori di lavoro europei. Il documento di lavoro cerca delle soluzioni all’attuale crisi, ma mette anche in discussione il quadro globale dell’Unione a lungo termine – soprattutto in ambito monetario.
Gli autori Alois Bischofenberger, Samuel Rutz e Rudolf Walser descrivono inizialmente lo sviluppo della crisi in cui l’Unione Europea è sprofondata malgrado nobili intenzioni e obiettivi. Con la sua duplice strategia di aiuto finanziario e di esigenza di riduzione dei costi ha però dato prova di una forte capacità decisionale in tempi difficili. Tuttavia, la crisi non è ancora stata superata, e l’UE oggi soffre non solo di bilanci statali sovra indebitati, bensì anche della scarsa competitività di parecchi stati membri. Inoltre, la Banca Centrale Europea corre il rischio di essere sopraffatta dalla sua politica monetaria. È ancora presto per dire se il patto di stabilità e di crescita riformato nel caso concreto avrà veramente degli effetti importanti. In realtà, considerati sia il meccanismo di regolazione divenuto più complicato e meno trasparente, sia l’infiammata discussione riguardo la presunta fallita politica di austerità, si può dubitarne.
Ma in che direzione potrà svilupparsi l’UE in futuro se vorrà rafforzare la sua economia e le sue istituzioni? Fondamentalmente vi sono quattro possibilità:
- La creazione di un’unione fiscale europea con una governance economica europea.
- Lo sviluppo della cooperazione secondo una geometria variabile.
- Il rafforzamento del Trattato di Maastricht e l’aggiunta di un’unione bancaria all’unione monetaria (Maastricht 2.0).
- Una politica di sussidiarietà coerente.
Secondo Avenir Suisse la prima opzione, quella di un’unione fiscale con una governance economica europea, è irrealistica nell’ottica di un futuro prossimo. Tutte le altre strade rimangono invece aperte: l’UE dispone di tutte le competenze giuridiche e degli strumenti necessari per perseguire una politica a geometria variabile, rafforzare il trattato di Maastricht o praticare una politica sussidiaria. Indipendentemente da quale sia il cammino scelto o la combinazione di possibilità prediletta, una politica di successo necessita di due elementi: un consenso generale riguardo gli obiettivi e una migliore coordinazione dei fini politici ed economici dell’UE con le preferenze e la volontà dei suoi cittadini e delle sue cittadine.
Decisiva alla fin fine sarà la volontà politica di applicare coerentemente il meccanismo normativo di regolazione esistente nonostante le preoccupanti prospettive congiunturali e le tensioni geopolitiche. Per riconquistare la fiducia degli attori economici e per rinforzare la credibilità dei responsabili dell’UE, questa dimensione è più importante che la formulazione di nuove visioni utopiche. Su questa base un’Europa con un senso d’identità proprio può svilupparsi più facilmente. La convinzione di Avenir Suisse è che l’EU – soprattutto attraverso una politica di sussidiarietà coerente e sistematica, a geometria variabile – ha adottato una prospettiva che si adatta alla pluralità europea, poiché è proprio nella diversità che risiedono lo charme e la forza di questo continente.