A più di 200 anni dalla fondazione della prima banca cantonale, questi istituti finanziari (in parte) statali conservano pervicacemente i propri privilegi. 21 banche cantonali godono ancora di una garanzia statale esplicita dei rispettivi cantoni, i quali dunque, in caso di crisi, sono legalmente responsabili degli obblighi della banca. Molto diffusa è anche l’esenzione dall’obbligo fiscale. 15 banche cantonali, ad esempio, sono esenti da imposta federale diretta, e 10 di queste non pagano imposte a livello cantonale o comunale.
Contribuenti a rischio, istituti finanziari privati svantaggiati
Le garanzie statali esplicite comportano costi elevati per i contribuenti in caso di crisi. Diversi esempi evidenziano come i danni causati da tale privilegio in caso di crisi siano enormi. Lukas Schmid, autore dello studio, ammonisce: «Come dimostrano gli esempi storici di Soletta, Berna e Ginevra, la crisi di una banca cantonale pesa sui contribuenti per anni.»
Le garanzie statali esplicite distorcono anche la concorrenza nella piazza finanziaria. Esse riducono infatti il rischio di credito di una banca, come evidenzia il miglioramento del rating del credito. Di conseguenza, il costo del capitale delle banche cantonali è inferiore a quello degli istituti finanziari privati: Le banche cantonali godono pertanto di un vantaggio competitivo ingiustificato sotto il profilo economico.
L’entità della distorsione è significativa, come rivela la nostra analisi. Secondo la media dei metodi di calcolo, il vantaggio di rifinanziamento delle garanzie statali esplicite è di 585 milioni di franchi all’anno, ma a seconda delle stime può raggiungere gli 800 milioni di franchi. Il vantaggio finanziario maggiore è per la Zürcher Kantonalbank, la più grande della categoria. A seconda del metodo di calcolo, risparmia da 85 a 295 milioni di franchi svizzeri di costo del capitale all’anno.
Risparmio fiscale a spese della Confederazione
Come dimostra la recente analisi di Avenir Suisse, molte banche cantonali non versano neanche imposte. Ne derivano profitti più elevati e, quindi, una maggiore distribuzione di utili per i cantoni proprietari. Il grande sconfitto di questa prassi fiscale è la Confederazione, che ogni anno perde circa 190 milioni di franchi svizzeri.
Infine, l’esenzione fiscale ha un’altra conseguenza spinosa e poco conosciuta: quella sulla perequazione finanziaria nazionale (PFN). Perché la disparità di trattamento fiscale distorce i calcoli della PFN. Come illustrato nello studio, ne risultano penalizzati i cantoni che tassano regolarmente la propria banca cantonale o non ne hanno una.
Le vecchie abitudini vanno eliminate
Afferma Lukas Schmid: «Il trattamento speciale concesso alle banche cantonali è spiegabile storicamente. Ma ciò non lo rende meno insensato nel panorama odierno.» L’esenzione fiscale a livello federale è particolarmente odiosa, tanto più se si considera che la parità di trattamento fiscale sarebbe facilmente attuabile.
Anche l’abolizione della garanzia esplicita dello Stato è attesa da tempo. In passato, quando le regioni rurali erano ancora poco coperte dai servizi bancari, tali privilegi erano forse giustificati. Nell’attuale mercato finanziario svizzero, tuttavia, caratterizzato da una varietà di operatori e offerte digitali, non si può più parlare di scarsità dell’offerta. È quindi giunto il momento di abolire le garanzie statali e gli enormi costi che comportano in caso di crisi.