Nonostante l’introduzione da parte della Banca Nazionale del tasso di cambio fisso tra franco ed euro a inizio settembre di quest’anno, la competitività delle aziende esportatrici svizzere sui mercati internazionali non è migliorata in modo sostanziale. Espressi in valuta estera i costi della manodopera in Svizzera sono aumentati del 25% negli ultimi dieci anni.
Peggiorati anche i «terms of trade»
Il problema non è nuovo e da sempre le ditte svizzere hanno cercato di competere sulla qualità piuttosto che sul prezzo. Quest’estate la politica è venuta loro in soccorso con un pacchetto di sostegno contro il «super franco» che prevedeva aiuti straordinari per il transfer di tecnologia. Ma è oramai evidente che le imprese svizzere non potranno tenere testa sul mercato internazionale solo con miglioramenti della qualità. Sono necessarie anche delle concessioni sui prezzi.
Infatti, come mostra il grafico seguente, il crollo della domanda globale dovuto alla crisi finanziaria nel 2008 ha ben presto provocato un forte ribasso dei prezzi delle esportazioni. Il calo è quindi continuato nonostante la ripresa delle esportazioni. Al momento, il valore totale delle esportazioni svizzere è tornato ai livelli precedenti la crisi; l’indice dei prezzi all’esportazione è invece sceso ulteriormente.
In passato il rincaro del franco non aveva causato problemi insopportabili all’economia svizzera perché gli aumenti dei prezzi delle esportazioni erano stati accompagnati da diminuzioni ancor maggiori dei prezzi delle materie prime e dei beni importati. La rivalutazione del franco non aveva quindi peggiorato quelli che gli economisti chiamano i «terms of trade» (o «ragioni di scambio»).
La situazione oggi è diversa. Negli ultimi due anni i prezzi all’esportazione sono diminuiti a un ritmo più veloce rispetto ai prezzi all’importazione: i «terms of trade» delle nostre esportazioni sono peggiorati del 2,5%.
Stipendi e prezzi sotto pressione
Non c’è dubbio che il continuo apprezzamento del franco rispetto alle valute dei nostri partner commerciali (dal 1973 il franco si è rivalutato ogni anno in media dell’1%) abbia avuto effetti benefici sulla competitività internazionale delle imprese svizzere. Oggi tuttavia, anche le aziende più competitive sono messe alle strette dal apprezzamento fulmineo della valuta svizzera. Per difendere le proprie quote di mercato esse devono apportare modifiche strutturali non nell’arco di anni, ma di qualche trimestre.
Da questo punto di vista la nostra economia deve affrontare problemi simili a quelli dell’economia italiana, anche se le cause dei problemi sono ben diverse. Una «svalutazione interna», con conseguente abbassamento dei salari e riforme strutturali capaci di fare diminuire i prezzi dei beni di consumo, appare anche da noi inevitabile.