La globalizzazione dei mercati mette le regioni alla prova: possono esse adeguare le proprie strutture economiche in base alle nuove situazioni? Le istituzioni politiche riescono a tenere il passo di questi sviluppi con una governance efficace? Il nuovo studio di Avenir Suisse discute di tali questioni prendendo l’esempio del bacino del lago Lemano e propone 14 spunti per un’efficace governance metropolitana che possono però venire applicati anche alle nostre latitudini
La metropoli lemanica è un’importante realtà per il nostro Paese. La vicinanza al confine, la complessità dei legami istituzionali e una situazione giuridica complessa, così come la diversità degli attori regionali e la globalizzazione dell’economia, della scienza e della società rendono il compito di trovare una buona governance un po’ più complicato.Secondo quali principi dovrebbero essere gestite le regioni metropolitane svizzere? Un’analisi della situazione dell’area sotto il profilo storico, politico, economico e di pianificazione del territorio aiuta a tracciare un bilancio e a proporre delle linee guida per una governance efficace.
Le regioni metropolitane della Svizzera non hanno bisogno di un masterplan, ma di soluzioni liberali che tengano conto delle dinamiche di ogni singola regione. La metropoli lemanica, seconda regione svizzera dopo Zurigo in termini di potenza economica, si confronta con nuovi interrogativi. La rapida crescita demografica ed economica degli ultimi anni ha portato ad una crisi, in particolare nel settore delle infrastrutture e dei trasporti così come nel mercato immobiliare. Confederazione, Cantoni e Comuni non possono affrontare questi problemi da soli, visto che la questione tocca anche la vicina Francia e le zone limitrofe. Le aree metropolitane vanno oltre i confini politici e quindi solo trovando una governance efficace esse riescono a gestire con successo le sfide future della concorrenza internazionale.
Avenir Suisse ha dato incarico ad alcuni esperti di discutere la questione di una gestione efficiente delle aree metropolitane partendo da diverse angolazioni. Il giornalista Serge Bimpage ha proposto una panoramica della situazione politica, Claude Jeanrenaud ha esaminato gli aspetti economici e Laurent Matile ha creato un inventario del quadro giuridico esistente. Inoltre, Olivier Meuwly ha trattato l’argomento da una prospettiva storica risalendo agli inizi della Svizzera moderna, Daniel Miiller-Jentsch, esperto in pianificazione del territorio ed economista di Avenir Suisse ha valutato le tendenze di sviluppo territoriale degli ultimi anni e l’economista Wolf Zinkl ha mostrato infine, grazie all’esempio di Basilea, che la gestione politica viene spesso surclassata da quella del territorio.
Il risultato di queste riflessioni è uno studio eclettico al termine del quale Xavier Comtesse propone 14 idee:
- Avere un approccio policentrico che tenga conto dell’importanza storica dei singoli centri.
- Definire dei territori di azione nei quali vengono attuati dei progetti comuni senza che si creino nuove strutture istituzionali.
- Prevedere delle zone a geometria variabile che, a dipendenza del tema, si possano comporre in modo pragmatico e flessibile.
- Raggruppare temi comuni in un piano d’azione.
- Agire in base al concetto di equità piuttosto che quello di uguaglianza, quindi impiegando le risorse in modo adeguato e non uniforme.
- Distribuire i compiti: non tutti fanno tutto, ma ognuno può contribuire al bene comune.
- Mirare alla collaborazione nella concorrenza, in quanto solo quest’ultima porta all’innovazione e all’efficienza.
- Trovare un posto nella concorrenza internazionale attraverso i propri punti di forza.
- Mettere a concorso i contratti di prestazione misurando il prodotto e non il fattore produttivo. Quello che conta è il risultato.
- Utilizzare i servizi amministrativi virtuali. Le regioni metropolitane non necessitano di nuova burocrazia. La messa in comune delle risorse ai livelli inferiori è sufficiente.
- Creare un consiglio direttivo politico. Esso dovrebbe essere composto da politici eletti democraticamente, in modo che godano della fiducia del popolo.
- Mirare ad un equilibrio finanziario invece che riscuotere nuove imposte.
- Garantire la responsabilità politica delle regioni metropolitane: rendere conto della situazione rafforza la democrazia.
- Firmare un contratto che assicuri la responsabilità sociale in modo da coinvolgere i cittadini e quindi garantire trasparenza e democrazia.
Alla fine il futuro delle regioni metropolitane svizzere dipende dalle decisioni dei singoli che vanno prese con chiarezza e tenacia nell’interesse della buona governance. Lo studio «Gouvernance à géométrie variable» dovrebbe offrire degli spunti in questa direzione.
Questo articolo è apparso su «Ticino Business» del mese di giugno 2012.