In questi anni agli esperti che si occupano del futuro finanziamento delle pensioni è capitato qualcosa di spiacevole: nessuno gli crede più. Le previsioni più pessimiste vengono ora ridimensionate con l’argomentazione che l’AVS sta sempre ancora scrivendo cifre nere, nonostante il fatto che alla fine degli anni Novanta erano stati previsti grossi deficit per oggi. È vero, l’errore di calcolo di allora è stato impressionante ma…
La «futurologia» non è una scienza esatta
Come diverse proiezioni questa è nata dal principio del «more of the same», in cui il futuro viene schizzato come il «presente con l’aggiunta dei trend già osservati in passato». Questo tipo di «futurologia» si sbaglia però spesso. Un esempio: quando Neil Amstrong nel 1969 è andato sulla luna, era prevista per la fine del millennio la conquista della galassia. Oggi non abbiamo compiuto grandi passi avanti in questo senso, ma la scoperta di internet ha scombussolato il mondo. Il tutto riportato alle previsioni sull’AVS significa: alla fine degli anni Novanta la Svizzera lasciò dietro di sé un decennio di crescita zero, era la decana dell’Europa e non vi era ancora sentore dell’ondata immigratoria di lavoratori altamente qualificati. Di conseguenza erano nere anche le proiezioni dell’AVS, che si poggiavano per forza di cose sui – a quei tempi realistici – scenari sull’evoluzione della crescita economica e del tasso di occupazione – scenari che fortunatamente non si sono avverati.
Bisognerà fare attenzione a prendere sul serio le proiezioni odierne, sempre ancora parecchio pessimiste, che prevedono per l’anno 2030 un deficit di 8 miliardi di franchi (fonte: Ufficio federale delle assicurazioni sociali) rispettivamente 12 miliardi (fonte: Avenir Suisse) visto che a seguito delle recenti evoluzioni positive (crescita economica, immigrazione) esse si basano – diversamente dalle previsioni della fine degli anni Novanta – su presupposti relativamente ottimisti. Pertanto, l’Ufficio federale di statistica prevede ora nel suo scenario «medio» una convergenza di immigrazione netta a medio termine di 22.500 persone l’anno (rispetto alle 15.000 dello scenario del 2005). La questione diventa interessante per le proiezioni sull’AVS dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali che si basano su un proprio scenario. Esso prevede un’immigrazione netta annuale di 50‘000 persone entro il 2020 e 40‘000 entro il 2030 – in considerazione delle misure auspicate sia da sinistra che da destra per arginare l’immigrazione sarebbe una previsione particolarmente ottimista, che rappresenterebbe allo stesso tempo anche la principale differenza rispetto alla proiezione di Avenir Suisse. Se non dovesse avverarsi il principio del «more of the same» (come spesso capita), la realtà potrebbe rivelarsi ancora peggiore della maggior parte delle previsioni.
Fatevi voi stessi un‘idea
Le previsioni si basano su scenari. E gli scenari possono avverarsi oppure no.
Avenir Suisse ha per questo ideato circa un anno fa un tool di calcolo sulle prospettive finanziarie del 1° pilastro. Lo strumento vi dà la possibilità di evincere la vostra previsione di calcolo dell’AVS fino al 2040 in base allo scenario scelto per la crescita economica, la demografia e il rendimento degli investimenti.